Tutto pronto per la XIV edizione del festival tra Sacro e Sacro Monte
È tutto pronto per la XIV edizione del Festival tra Sacro e Sacro Monte, che prende il via giovedì 6 fino a giovedì 27 luglio e che vede tanti protagonisti del mondo del teatro e della cultura prendere parte alla rassegna.
Un’edizione che si prefigge di scandagliare gli sguardi di vari autori e dei loro personaggi. Si parte con Simone Cristicchi che, attraverso la musica, conduce a osservare con gli occhi di Dante un viaggio interiore dall’oscurità alla luce.
Sarà poi Maria Paiato, una delle grandi interpreti della prosa italiana a mostrarci gli “occhi nuovi” dell’Innominato. Nel 150° dalla morte di Alessandro Manzoni, mostrerà come sia bastata una notte, in quel passaggio bellissimo dei Promessi Sposi, perchè per il protagonista del capitolo lo sguardo su Lucia mutasse per sempre.
Come cambia poi lo sguardo sui più fragili, sui malati, attraverso la prospettiva della comicità lo fa scoprire al pubblico Giacomo Poretti, amico del festival e notissimo comico italiano insieme ad Aldo e Giovanni, con Chiedimi se sono di turno, fortunatissimo spettacolo che, dopo aver girato l’Italia, arriva per la prima volta a Varese.
I giovedì di Tra Sacro e Sacro Monte si chiuderanno infine con una conversazione-spettacolo, insieme ad uno dei più importanti attori di cinema e teatro dell’Italia, che per la prima volta approda al Sacro Monte, Giancarlo Giannini, in una serata anch’essa improntata allo sguardo che muta anche grazie alla letteratura.
Inoltre, ci sarà anche l’occasione di ricordare un anniversario importante: il centenario dalla nascita del grande autore lombardo, Giovanni Testori. Per lui ci saranno due creazioni nuove: l’una rinsalda la collaborazione con Karakorum Teatro e prevede diverse repliche nelle domeniche di luglio con un racconto del Viale delle Cappelle attraverso i testi di Testori e l’altra è una rilettura della sceneggiatura per film di Amleto, scritta dallo stesso Testori e riportata in scena per da Rosario Tedesco e Pasquale Di Filippo.
Ritorna poi Atir di Serena Sinigaglia con un lavoro dal titolo Grate: la splendida vicenda di una suora di clausura che ci porta un’ulteriore visione nuova, forse la più vivace, con Chiara Stoppa diretta da Francesco Frongia. Così il festival si pone ancora come un momento culturale, di incontro, di nuova produzione, di crescita, puntando sull’idea che uno sguardo nuovo è quello che può cambiare cuore e pensiero.