Il concorso internazionale continua la sua programmazione con un andamento lento, ma anche abbastanza efficace. Non c’è ancora stato il film che ha lasciato il pubblico a bocca aperta, ma sicuramente non sono mancate le buone produzioni.
A cominciare dall’islandese Bergmál di Rúnar Rúnarsson (autore già premiato in altri festival come San Sebastian e in concorso per gli Oscar) che, finora, è in cima alle mie preferenze. Un cinema fatto di episodi, quadretti con una loro logica narrativa che compongono un affresco più generale di un popolo a noi lontano, come quello islandese. Storie di vita presente, ma anche ricordi di angherie o amori passati vengono rappresentate costruendo piani efficaci e dal sicuro impatto visivo. Anche i dialoghi e le situazioni colorano il film di toni caustici, ironici e a volta malinconici.
Ha un bel ritmo il tedesco Das freiwillige Jahr dei registi Ulrich Köler e Henner Winckler. Una storia piuttosto classica, la ragazza adolescente che si ribella alle aspettative del padre, costruita comunque con un bel piglio narrativo. Ne escono figure umane deboli e alla ricerca di una certa stabilità. Si segue bene, ma manca del guizzo cinematografico che ci si potrebbe aspettare da un film in concorso. In altre parole: un bel film per la televisione o per una piattaforma digitale.
Più complesso e sicuramente più adatto al grande schermo il giapponese Yokogao di Koji Fukada (già premiato a Cannes). Una storia di rapimenti e vendette e soprattutto un ritratto di una donna intrappolata in una spirale di diffamazione. Seguiamo la vicenda della protagonista attraverso due linee temporali: quella legata al periodo successivo all’incidente che ha coinvolto il nipote di Ichiko, mentre perde il suo posto nella società e dopo essere stata tradita da Motoko (la giovane amica che l’ha tradita e diffamata), l’altra segue, invece, Ichiko mentre prepara la sua vendetta. Un film da rivedere più di una volta per comprenderne appieno la bellezza.
Stravagante il portoghese Technoboss di Joao Nicolau. Un vecchio tecnico di allarmi è giunto ormai all’età della pensione e non riesce più a seguire gli sviluppi tecnologici, ma grazie al suo charme e alla sua simpatia si fa voler bene dai clienti. Un film dove il metal e la canzoncina leggera si abbinano alla perfezione e dove il protagonista si mette a cantare e a ballare per far colpo sulla receptionist di un albergo. Maneggiare con cautela poiché la canzoncina Technoboss è di quelle che possono restare in testa per ore.
Nicola Mazzi