Uno dei racconti natalizi per eccellenza, simbolo dell’avarizia e del materialismo redenti, il Canto di Natale di Dickens, rappresentato nel tempo in vari modi, anche attraverso fumetti e cartoni animati, viene offerto in questi giorni al pubblico della Svizzera italiana dal PerpetuoMobile Teatro, filiazione dell’Accademia Dimitri. In questa versione, Scrooge. Non è mai troppo tardi, particolarmente interessanti sono le soluzioni sceniche e scenografiche, strutture agili e componibili, sulle quali anche proiettare alcune visioni, il dinamismo di movimenti che alludono alla clownerie e le maschere: arcigna quella del protagonista, dolce, sorridente e malinconica al tempo stesso, quella del suo impiegato, ad esempio. Tre gli interpreti che si calano nei diversi personaggi, Brita Kleindienst, Marco Cupellari e David Labanca, quest’ultimi nelle vesti anche dei due raccontatori che legano le varie scene, con effetti e riferimenti metateatrali.
La storia è nota, il nemico numero uno dello spirito natalizio non vuol sapere di quella festività che per lui significa solo meno soldi, ma la notte della vigilia, tormentato da sogni e incubi, cambia tutto. Eccolo alle prese con i fantasmi del passato, immagini d’infanzia e di famiglia lontane, le figure femminili della madre, della sorella e poi della fidanzata, l’amore perduto per inseguire la ricchezza, il tutto fisicamente racchiuso in una figura double face. Mentre ballerino rockettaro appare il presente che lo porta a volare sui tetti, a spiare la gente nelle case intenta ai festeggiamenti natalizi, costumi domestici, poveri e semplici, come quelli del bistrattato suo impiegato. Condensando vari racconti, in mimica, è focalizzata la tenera storia della moglie che regala al marito due scarpine da neonato per dirgli che presto diventeranno genitori. La felicità si mescola alla preoccupazione di una bocca in più da sfamare… E Scrooge è preso dai rimorsi. Sui trampoli, giustamente, arriva l’altissima figura della morte personificata in cui s’incarna lo spirito del Natale futuro, che lo vede ripetere quella morte solitaria, con una ricchezza inutile, semmai depredata dagli eredi, già subita dal suo socio anni prima… Così, Scrooge si ravvede e capisce che il denaro non è tutto, diventa allegro, generoso e amichevole, anche scendendo in platea e abbracciando qualche spettatore. Originale e divertente lo spettacolo, ieri sera al Teatro Foce di Lugano, ha avuto poco pubblico, forse in attesa della replica pomeridiana di oggi, a cui portare anche i bambini, dai sei anni (Teatro Foce, ore 16).
Manuela Camponovo