Con due particolari mostre la Kunsthalle di Berna raggiunge l’apice per i festeggiamenti del suo centenario. Fondata nel 1918 rispolvera la sua storia mettendo sotto i riflettori uno dei suoi direttori più eclettici e anticonformisti, Harald Szeemann, il curatore e storico d’arte che l’ha diretta dal 1961 al 1969 rendendola celebre in tutto il mondo. E lo fa con due esposizioni entrambe visitabili fino al 2 settembre 2018. Si tratta di „Grossvater: ein Pionier wie wir“ (Nonno: un pioniere come noi) e „Harald Szeemann: Museum der Obsessionen“ (Harald Szeemann: Museo delle ossessioni).
Partiamo dalla prima che ci mostra un particolare molto intimo del curatore e dello storico d’arte svizzero. Harald Szeemann era molto legato a suo nonno Etienne, un giramondo di origini ungheresi che mise radici a Berna, diventò un famoso e quotato parrucchiere e con il quale sentiva di condividere la stessa attitudine alla vita. Ciò che affascina e intriga di questa mostra è il fatto che ripropone fedelmente l’esposizione che Szeemann stesso nel 1974 allestì nel suo appartamento nella città vecchia e per la precisione nella Gerechtigkeitsgasse 74, sopra il Café du Commerce. Una mostra che voleva essere un omaggio al nonno ed ebbe grande successo, soprattutto per il modo nel quale era stata concepita: non con l’occhio ormai esperto e navigato del curatore ma con la voce di un autore che per mezzo di oggetti e reperti, quasi tutti originali, decide di raccontare una storia personale.
In parallelo, questa volta all’interno degli spazi della Kunsthalle, va in scena invece la mostra che mette al centro proprio lui, il curatore anticonformista che diresse il museo dal 1961 fino 1969 quando se ne andò sbattendo la porta perché il comitato gli impedì di fare una mostra su Joseph-Beuys. Andandosene portò via con sé documenti e progetti, creando un grosso buco negli archivi della Kunsthalle. Ora, grazie al Getty Research Institute di Los Angeles, questi importanti materiali sono temporaneamente tornati.
Nel 2011 infatti, a sei anni dalla morte di Szeemann, quasi tutto il suo lascito, il suo prezioso archivio, uno dei più importanti archivi d’arte contemporanea del XX secolo, custodito a Maggia, in quel luogo di studio, creazione e riflessione che Szeemann chiamava Fabbrica Rosa fu acquisito proprio dal Getty Research Institute di Los Angeles. Dalla ricerca e dalla catalogazione di questi documenti è nata la mostra itinerante “Museo delle Ossessioni” allestita in un primo tempo a Los Angeles, ora a Berna e in futuro a Düsseldorf, Torino e New York. In ogni caso, i curatori Glenn Phillips e Philipp Kaiser, responsabili del progetto alla Kunsthalle di Berna, precisano di averla concepita e personalizzata ad hoc per gli spazi del museo d’arte contemporanea.
Per chi di voi fosse diretto a Berna nelle prossime settimane la mostra è un’occasione da non perdere, per gli orari e i luoghi consultate il sito ufficiale.