Michel Poletti, accanto alla collaboratrice e musicista, Lucia Bassetti, ha presentato oggi la nuova edizione del Festival, “15 spettacoli per curiosi e sognatori di ogni età”, come recita uno degli slogan. Un’edizione speciale perché giunta al traguardo di 40 (vedi intervista ne L’Osservatore n.41/2022 e programma sul sito). Un po’ di retrospettiva per iniziare: 500 creazioni provenienti da quasi tutto il mondo e i continenti, Europa, Asia, Australia… Allora, e siamo alla fine degli anni Settanta, questo tipo di rassegne era sostenute dallo stato, ma loro, la coppia di pionieri, Michèle, la moglie, e Michel, girando il mondo avevano visto una iniziativa privata, in Svezia, che poteva servire come modello da importare a Lugano. Così è stato, i primi ad utilizzare come teatro il Palacongressi, nel ’79, una sfida e una scommessa. C’erano anche altri funzionari che ci credevano e sostenevano, l’Ente turistico, il Percento culturale della Migros, la critica dei numerosi giornali del tempo sul nostro territorio… E poi molti appassionati che si mettevano a disposizione per aiutare. La gente è arrivata, il sogno di riportare le marionette a Lugano, rinnovando una tradizione di cui si erano perse le traccia, si concretizzava. Si trattava però, in sintonia con il revival che si spandeva un po’ in tutta Europa, di spettacoli dedicati soprattutto ad un pubblico adulto.
Poi i problemi, logistici (la sala del Palacongressi era diventata troppo cara e il Festival è stato costretto a migrare in spazi alternativi di Lugano, non certo ideali), finanziari, d’interesse nella mutazione d’orientamento da parte dei funzionari… I Poletti esportano il loro Festival ad Ascona nel 1986 e già l’anno dopo riescono ad ottenere in gestione un vero gioiello architettonico, il Teatro San Materno, sono anni di gloria fino a quando, ormai da ristrutturare, questo luogo chiude nel ’98. Qualche anno di pausa e, come la Fenice (immagine di Poletti), il Festival risorge nel rinnovato Teatro Foce, a partire dal 2003. Il vento era a quel punto cambiato, il pubblico reclamava il ritorno delle marionette come spettacolo per bambini; anche linguisticamente (con produzioni internazionali), la linea fin lì percorsa non era più sostenibile. L’indirizzo diventava semmai quello del “varietà” per tutta la famiglia. La storia delle marionette è ciclica e anche quella di Lugano ne fa parte.
Ed ora questa edizione, quarantesima, con un cartellone non di proposte nuove, ma del meglio e più rappresentativo di quanto negli anni ci sia stato, una panoramica di grandi maestri, alcuni dei quali arrivano con due proposte, una storica del proprio repertorio, già rappresentata sul palco del nostro Festival ed una recente, ultima creazione. Spettacoli per tutti, tre specificatamente per i più piccoli.
Come si conviene l’inaugurazione (15 ottobre) è un evento che, in musica, si potrebbe definire “ouverture” con il lancio dei temi che poi saranno ripresi. Un trittico, in un pomeriggio un po’ più lungo del solito, che comprende le Danze indiane dei Pannalal’s Puppets, in una rappresentazione alla vigilia del ritiro definitivo di questa compagnia; Pulcinella delle 12 lune e La magia delle ombre dell’argentina Valeria Guglietti, una specialista delle ombre cinesi, tecnica ormai utilizzata da pochi. Di Pinocchio, l’intramontabile, ce ne saranno due, Di Pinocchio l’avventura del Teatro delle 12 Lune (dai quattro anni) e più avanti, il Pinocchio in musica del Teatro del Drago, una delle maggiori compagnie italiane. Ritroveremo Valeria Guglietti con la novità Ombre cinesi: leggende di Roma. Per i piccolissimi torna, acclamata e deliziosa, La piccola talpa Bim della compagnia Koekla. E il malizioso Claudio Cinelli con Fantasie e meraviglie (i migliori sketch del Maestro) ma anche con Kabarett. Il Teatro Glug, indagando il mondo delle fiabe, riporta la raffinata creazione I vestiti nuovi dell’imperatore (dai 3 anni). Un altro assiduo del Festival di Poletti è Jordi Bertran con la sua famosa Antologia e Power Point: le storie incantate di Jordi, a dispetto del titolo, niente a che vedere con l’informatica, semmai con “il potere del punto”!, nuovissimo ha appena debuttato a Barcellona e passerà dalla Francia, prima di approdare da noi. La storica Compagnie Blin, che al Museo di Poletti ha regalato tre marionette oggi in bella mostra, ultima a resistere con i fili, sono in tre e sembrano quaranta anche loro, presentano un’opera complessa come Il carnevale degli animali, arrivano per un cachet non alto – osserva Poletti -, ma la storia di questo Festival è plasmata da incontri, legami d’amicizia e fiducia. Infine, la straordinaria coppia di virtuosi, formati alla grande scuola russa, The Fifth Wheel (Poletti si sbilancia: sono i suoi preferiti…), la novità è costituita da Il piccolo drago (Un milione di anni fa), dai 3 anni, creato nell’ambito della residenza all’Europa Park. E si chiude, sempre con loro, con un’opera culto del repertorio, Il viaggio straordinario.
E ora? Dopo due anni di Covid sembra che si ricominci, una ripartenza, dal prossimo anno, per aprirsi a novità e giovani compagnie, con tutte le incognite del caso, come rischio qualitativo. Intanto la presenza delle marionette a Lugano, si sta allargando con altri spazi e interessi, dopo il Foce, il Museo, ma anche la Biblioteca cantonale dove Poletti è stato invitato a parlare del suo mondo e dove per tutta la durata del Festival c’è un’esposizione di marionette. Il Museo è aperto agli interessati e si riprenderà a primavera con brevi spettacoli e visite guidate. Michel Poletti, ha messo da parte certe apprensioni, e può guardare con ottimismo al futuro; e, si sa, le marionette sono immortali.
Per il calendario preciso rinviamo al sito.
Manuela Camponovo