Una rassegna per Marco Bellocchio, turbatore di coscienze
È Marco Bellocchio il protagonista della prima rassegna cinematografica del nuovo anno promossa dai Cineclub ticinesi, che si terrà tra Mendrisio, Lugano, Locarno e Bellinzona dal 9 gennaio al 27 febbraio 2024. Il titolo della kermesse –turbatore di coscienze – si riferisce alla dimensione fondamentale del cinema di Bellocchio e si riallaccia a ciò che Pasolini augurò al regista emiliano, ossia di continuare a «turbare sempre più le coscienze dell’Esercito, della Magistratura, del Clero reazionario, e insomma della Piccola Borghesia italiana».
Nel mirino dei film di Bellocchio ci sono infatti le istituzioni “totali” – quali il collegio, l’esercito, il carcere, il manicomio – ma anche la famiglia borghese, che il regista affronta nel suo dissacrante film d’esordio I pugni in tasca (1965), rifiutato dalla Mostra di Venezia, ma premiato a Locarno. Proiezioni: il 9.01 a Bellinzona e Lugano, il 10.01 a Mendrisio e il 12.01 a Locarno.
La programmazione prosegue con Nel Nome del Padre (1972), dove Bellocchio prende spunto dal suo soggiorno da adolescente nel collegio dei Salesiani e racconta la storia di un giovane uomo che, alla fine degli anni ’50, entra nel collegio del Santissimo Nome di Gesù sconvolgendone l’ordine. Proiezioni: il 13.01 a Bellinzona, il 15.01 a Locarno, il 16.01 a Lugano e il 17.01 a Mendrisio.
Sarà poi la volta de Il principe di Homburg (1978), trasposizione cinematografica dell’omonima opera teatrale di Heinrich von Kleist. Il film narra le vicende di un trasognato ufficiale dell’esercito prussiano, diviso tra il desiderio di obbedienza e la propria autonomia di giudizio. Proiezioni: il 16.01 a Bellinzona, il 22.01 a Locarno, il 24.01 a Mendrisio e il 30.01 a Lugano.
Tra i film della kermesse vi è pure La condanna (1991), tra le pellicole più controverse di Bellocchio: chiusa nottetempo per errore in un museo, una donna fa l’amore con un architetto; poi, sentendosi ingannata, lo denuncia per violenza carnale. Proiezioni: il 19.01 a Locarno e il 23.01 a Lugano.
La Balia (1999), ambientata nella Roma di inizio secolo, si ispira invece all’omonima novella di Pirandello, abbondantemente “tradita” nella sceneggiatura: una riflessione sulle gabbie che l’appartenenza di classe impone alle persone. Proiezioni: il 20.01 a Bellinzona, il 26.01 a Locarno e il 6.02 a Lugano.
La kermesse propone anche Vincere (2009), in cui Bellocchio rispolvera una parte rimossa della vita del Duce. Concentrandosi sulla figura di Ida Dalser, prima moglie di Benito Mussolini, ripudiata e allontanata con la forza, Bellocchio affronta il tema della figura paterna tra “assenza affettiva” e “potere maschile”. Proiezioni: il 31.01 a Mendrisio e il 20.02 a Lugano.
Segue un film più recente, Sangue del mio sangue (2015): Federico, un giovane uomo d’armi, viene sedotto come il suo gemello prete da suor Benedetta che verrà condannata ad essere murata viva nelle antiche prigioni di Bobbio. Nello stesso luogo, secoli dopo, tornerà un altro Federico, sedicente ispettore ministeriale, che scoprirà che l’edificio è ancora abitato da un misterioso Conte, che vive solo di notte. Proiezioni: il 23.01 a Bellinzona e il 29.01 a Locarno.
Con Fai Bei Sogni (2016), Bellocchio porta sullo schermo il bestseller autobiografico di Massimo Gramellini, interpretando a modo suo la storia del giornalista, rimasto orfano di madre a soli 9 anni, con temi quali la crisi della fede, la psicanalisi, l’angoscia esistenziale e la morte in famiglia. Proiezioni: il 27.01 a Bellinzona, il 2.02 a Locarno e il 7.02 a Mendrisio.
L’ora di religione (2002) vede protagonista Sergio Castellitto, nella parte del pittore Ernesto Picciafuoco, un agnostico dalla personalità tormentata. L’artista viene a sapere da un prete che la propria madre sarà beatificata. Il fatto è clamoroso e non sarebbe davvero opportuno che una futura santa risultasse madre di un non credente. Altri problemi arrivano anche dal figlio di Ernesto, che non vuole essere discriminato a scuola e decide di frequentare l’ora di religione. Proiezioni: il 13.02 a Lugano.
La rassegna si avvia alla conclusione con il documentario Marx può aspettare (2021), in cui il regista si confronta con il ricordo del fratello gemello Camillo, morto suicida nel 1968 all’età di 29 anni, vittima silenziosa dei successi degli altri fratelli. Proiezioni: il 3.02 a Bellinzona e il 21.02 a Mendrisio.
Infine, verrà proposto Il traditore (2019): la pellicola narra le vicende di Tommaso Buscetta, mafioso membro di Cosa nostra e successivamente collaboratore di giustizia, interpretato da Pierfrancesco Favino. Proiezioni: il 5.02 a Locarno, il 6.02 a Bellinzona e il 27.02 a Lugano.
Le proiezioni al Cinema Forum di Bellinzona si terranno il martedì (ore 20.30) e il sabato (ore 18.00), al Cinema Iride di Lugano solo di martedì (ore 20.30), al Multisala Teatro di Mendrisio il mercoledì (ore 20.45) e al Gran Rex di Locarno il lunedì (ore 18.30) e il venerdì (ore 20.30). Maggiori informazioni sulla rassegna e le schede film dettagliate, sono disponibili online.