Dall’undici ottobre al 30 dicembre il Museo Castello San Materno ospita una mostra dedicata a un sodalizio femminile, artistico, culturale e spirituale. “Marianne Werefkin e Anna Iduna Zehnder. Un’amicizia al femminile” è una mostra speciale, nata da un desiderio già manifestato da Werefkin negli anni ’20 quando, esprimendo tutta la sua generosità nei confronti dell’amica argoviese, sarebbe stata pronta a rifiutare l’invito a esporre le sue opere presso la Galerie Wolfsberg di Zurigo, se non fossero state presentate anche quelle della Zehnder. Un’amicizia profonda, solidale, che emerge dallo studio delle lettere, dei diari conservati negli archivi del Museo Comunale d’Arte Moderna di Ascona e che evidenziano quanto le due artiste fossero affini per religiosità, per l’uso espressivo e simbolico dei colori, per la loro visione spirituale di andare oltre la realtà contingente delle cose.
Si incontrano per la prima volta ad Ascona nella primavera del 1919 nell’atelier di Werefkin. Anna Iduna Zehnder rimane profondamente colpita dalla personalità della russa, tanto da scrivere di lei nel suo diario: “Ha qualcosa di profondamente cicatrizzato in sé, le cicatrici del coraggio qualcosa di selvaggio, l’indomabile di un fiume, che si alimenta da una fonte sana e profonda.” E sarà proprio quella “fonte profonda” che l’artista, medico chirurgo e antroposofa Zehnder curerà quando Werefkin nel 1921 verrà lasciata dal suo compagno Alexej Jawlensky, dopo 35 anni di convivenza.
Marianne è figlia di una pittrice e coltiva da sempre la sua passione artistica, che si svilupperà e si consoliderà anche in seguito all’incontro con Alexej Jawlensky, una relazione importante sia nella vita personale che nell’arte, tanto che, dal loro incontro, Werefkin decide di sostenerlo e di occuparsi del suo percorso artistico.
Anna studia invece medicina, e arriva all’arte in un secondo momento. Laureatasi da alcuni anni, nel 1917 si trasferisce ad Ascona per frequentare la Scuola d’Arte del rumeno Arthur Segal che, fin dal 1914, aveva trasformato la sua casa come luogo di incontro e rifugio di anarchici, socialisti e comunisti. Grazie al suo maestro e agli altri allievi della scuola, tra cui Ernst Frick, Arthur Bryks, César Domela e ai tanti altri artisti delle avanguardie tedesche che risiedono ad Ascona, Anna Iduna Zehnder trova quell’ambiente favorevole per crescere sia nella professione di medico che di artista. Caratterizzata anche da influssi antroposofici, la sua arte matura verso l’astrattismo, con forme e colori organici “risuonanti”, che scaturiscono direttamente dalle forze dell’inconscio.
Dalla collezione del Comune di Ascona e dalla Fondazione Marianne Werefkin sono state selezionate 24 opere di Marianne Werefkin e di Anna Iduna Zehnder ospitate nelle sale del Castello che ci avvicinano a queste due “signore dell’arte”, figure femminili straordinarie per il loro tempo.
Per informazioni: www.ascona.ch